Quando soffriamo ci rimane spesso una cicatrice. Non visibile, ma lo stesso dolorosa. Nelle mie poesie sulla sofferenza in romanesco parlo di quanto sia difficile spesso aver a che fare con quella sofferenza, con ciò che ci ricorda.
Ci guardiamo allo specchio e ci sembriamo tutti interi, ma avvertiamo che un pezzo ci manca. ”A cicatrice” racconta proprio questo: il senso della mancanza. Gli occhi vedono una sagoma intera, il cuore avverte il pezzo mancante.
Ecco quindi una delle mie poesie sulla sofferenza in romanesco che si possono trovare anche sulla mia pagina Facebook e sul profilo Instagram. Piccoli estratti di vita quotidiana, emozioni in romanesco, la lingua del cuore.
”A cicatrice”
Abbasta guardasse a o specchio
Pe capì quanto ce manca quarcuno
A sagoma è tutta ntera
Ma è n illusione ottica
L’occhi ponno ngannà
Ma er core nun lo freghi facirmente
Se renne conto quanno je manca n pezzo
Perché a batte forte nun je la fa
Avoja a strigne ‘a mano sur petto
Pe’ vedé si riesci a tirà fori er pezzo mancante
E si provi a riattaccallo
A cicatrice se vedrà sempre.
Photo – Pixabay