A volte non sentiamo ragioni. Andiamo a testa bassa contro situazioni che ci fanno male. Oggi pubblico una delle mie poesie sulla sofferenza in romanesco che parla proprio di questo. Di quanto, pur sapendo di ”sbatterci il grugno”, come si dice a Roma, a volte siamo testardi.
Stupidità? Incoscienza? Forse no. Forse è solo un naturale e fortissimo senso di attrazione verso ciò che vorremmo, pur sapendo che potrebbe farci molto male. E quando questo accade non lo ammettiamo. Mostrando una forza che tale non è.
Ecco quindi ”Nun senti raggioni”, una delle mie poesie sulla sofferenza in romanesco che si possono trovare anche sulla mia pagina Facebook e sul profilo Instagram. Piccoli estratti di vita quotidiana: emozioni in romanesco, la lingua del cuore.
”Nun senti raggioni”
Tanto ce lo sai come va a finì,
che t’aritrovi n antra vorta lì.
A cercà no sguardo mboscato,
che uguale nun ce ne sta.
Però nzisti e nun senti raggioni,
pure si te lo dicheno co e giuste maniere.
Nun te voi arende a n destino nfame,
che t’ha riservato solo taji de lame.
Che vorai dimostrà nun lo so davero,
Forze che nun stai a soffrì.
Pure si dentro te senti de morì.
Tocca ammettelo però, de coraggio ce n’hai da venne
A seguità ner gioco ndo starai sempre n svantaggio.