Fra le mie poesie d’amore in romanesco c’è un po’ di tutto. Momenti di gioia, di passione, di dolore e di rinascita. Ma tutte si poggiano su un concetto ben preciso: anche se non ne parliamo, l’amore parla di noi.
Sempre, in ogni momento della nostra vita, in ogni fase o circostanza. Si declina in innumerevoli modi, prende le forme più impensate. Si incarna nelle persone che spesso meno ci aspettiamo. Decide dove e come manifestarsi.
E il più delle volte ci sorprende, rendendo alcuni momenti unici. Oppure talmente difficili da gestire da sembrarci i peggiori di sempre. In ”E mani”, una delle mie poesie d’amore in romanesco che si possono trovare anche sulla mia pagina Facebook e sul profilo Instagram, mi concentro su un elemento che da sempre reputo come esemplificativo del contatto emotivo fra due persone: lo sfiorarsi delle mani.
”E mani”
Se semo sfiorati e dita,
come se sfiora na farfalla.
Che c’hai paura de levaje a magia,
de rovinaje le ali.
Se semo ntrecciati come rami
de na stessa pianta,
che se stringheno pe fasse forza.
E mani so li rami der core,
e quanno le accarezzi senti er battito.
Quello che a vorte nun esce fori.
Pe vergogna o solo pe paura d’amasse.
Photo – Pixabay