Molti di noi hanno un giorno, un momento che ci ha cambiato. Che ricordiamo particolarmente perché magari ci ha lasciato dentro un dolore che difficilmente passa. Ho scritto una poesia sul dolore in romanesco, ”Er giorno che t’ha cambiato”, per incarnare questa sensazione.
Una cicatrice che guardandoci allo specchio vediamo solo noi, che spesso ci inibisce rispetto alla felicità che abbiamo a portata di mano. E che potremmo cogliere. Ma quella cicatrice la vediamo solo noi, perché il più delle volte incarna qualcosa o qualcuno che magari se n’è andato.
Una poesia sul dolore in romanesco, fra quelle raccolte sulla mia pagina Facebook e sul profilo Instagram, in cui condenso sentimenti e pensieri, emozioni e delusioni. L’universo dell’anima, secondo me.
”Er giorno che t’ha cambiato”
N dolore, na delusione,
n pezzo de core che se n’è ito.
Ognuno de noi ha vissuto n momento
che l’ha cambiato pe sempre.
E da quer giorno gnente è stato più uguale.
I momenti de felicità
da quer momento sò meno felici.
Perché ce manca quarcosa.
O quarcuno.
E quanno se specchiamo
vedemo na cicatrice
che artri nun vedeno.
Perché quella, n finale,
è l’unico ricordo che ce rimane.
Photo – Pixabay