Ci sono pesi che opprimono i cuori. E non permettono più a chi ce li ha messi, a volte involontariamente, di entrare Sbarrano l’entrata, sono insormontabili. Di questo parlo in una delle mie poesie sul perdono in romanesco.
Gli errori, le incomprensioni si sedimentano. Diventano una pietra davanti all’ingresso del cuore, che si può spostare solo dall’interno. Non esiste forza che possa spostarla, nemmeno la più impetuosa. Una volta là davanti, forma una barriera che blocca ogni tentativo di passaggio.
E a poco vale aver tolto il macigno davanti al proprio di cuore. Il perdono è qualcosa che può non arrivare mai. E quando pensiamo di aver fatto un piccolo passo, di aver aperto uno spiraglio ecco che la grande pietra scivola. Oggi pubblico quindi ”Macigni”, una delle mie poesie sul perdono in romanesco, fra quelle che si possono trovare pubblicate sulla mia pagina Facebook e sul profilo Instagram.
”Macigni”
Ce sò pesi tosti da spostà. Te poi impegnà,
co tutta a forza che c’hai, ma nun se spostano.
Sò macigni de na pesantezza tutta particolare,
perché se metteno sopra ar core e nun lo fanno più move.
E proprio quanno penzavi de esse riuscito a spostanne n pezzetto,
pe provà a rivedé no spirajio de luce dar core, e
cco che ariscivolano là. E aristai punto e accapo.
L’unica forza che li pò spostà sta dentro ar core oppresso.
Da fori nun ce poi fà gnente. E vale zero se te, i tui,
l’hai già spostati, mettennoce na forza sovrumana.
I macigni sur core sò er prezzo amaro de avé vissuto fino n fonno.
Photo – Pixabay