Ritrovarsi una volta, una volta sola ancora. Per dirsi le cose che in tanto silenzio non ci si era detti. Di questo parlo nell’ultima delle mie poesie sul ritrovarsi in romanesco.
Rimanere in silenzio, dopo mille anni di solitudine e di distanza, per dirsi cose profonde. Per toccarsi, senza parlare, per sfiorarsi il cuore con lo sguardo. Una volta sola, una volta ancora noi due soli, senza nessuno intorno. Senza le paure che ci prendono l’anima e la stringono tanto da soffocarla. Due anime in uno spazio piccolo, che è un mondo intero.
Ritrovarsi una volta sola, da soli. Seduti uno accanto all’altra, incrociando le dita e sentendo i battiti più profondi sgorgare dalla pelle. Una volta sola, un’altra volta per dirsi quel che non ci siamo detti mai. Oggi pubblico quindi ”Na vorta sola”, una delle mie poesie sul ritrovarsi in romanesco, fra quelle che si possono trovare pubblicate sulla mia pagina Facebook e sul profilo Instagram.
”Na vorta sola”
Solo n’antra vorta. Nun me serve vedette artre cento vorte
pe ditte quello che te devo dì. Pe guardatte nell’occhi e pijatte la mano,
dorcemente, e sentì i battiti da dentro. Pe avvicinamme
e sfioratte er profilo, cor core che batte a mille. Solo n’antra vorta,
na vorta sola io e te. Vicini che nun ce sta spazio pe nessuno,
pe i penzieri che c’assillano da na vita. Senza spazio pe e paure più profonde,
e i tentennamenti. Na vorta sola, io e te, e no spazio piccolo
che diventa n mondo ntero. Che nun ce serve gnente pe fallo esse perfetto,
pe faccelo vede come er mare de notte. Pieno de sensazzioni, de emozzioni.
Co la porta der core aperta, perché tanto ce potemo entrà solo io e te.
E noi due, quanno se guardamo senza parlà, nun se faremo mai male.
Photo – Pixabay